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La storia
Le antiche origini di Calcababbio sono provate da tombe romane, che, insieme a vasi e a una preziosa urna cineraria, attualmente custodita presso il Museo di Arte Antica di Pavia, furono rinvenute presso la vecchia fornace Palli.
Le prime notizie di Calcababbio sono contenute in un documento del 1250, contenente un elenco di terre appartenenti al Ducato di Pavia. Dal XIII secolo apparteneva ai domini pavesi nell’Oltrepò, probabilmente aggregato alla podesteria di Voghera.
Nel XIV secolo vi sorgeva una rocchetta appartenente ai Buscaglia di Voghera. Nel XV secolo fu infeudato ai Fregoso di Genova (signori anche di Rivanazzano), ma nel 1493 fu acquistato dal ministro ducale Bergonzio Botta, pavese, la cui famiglia da tempo aveva la signoria del vicino Branduzzo.
In breve Calcababbio divenne il centro principale e sede del feudo, rimasto sempre ai Botta (dal 1613 Botta Adorno), che fu elevato a Marchesato nel 1663. I Botta furono consiglieri e ministri dapprima di Filippo Maria Visconti e poi di Francesco Sforza. Con la famiglia Botta si snoda la storia di Calcababbio durante il feudalesimo, il dominio asburgico, il periodo del Regno di Sardegna sino alla costituzione del Regno d´Italia, quando anche Branduzzo e Calcababbio, insieme con il vogherese, vengono aggregati alla Lombardia.
Nell’agosto 1836 una violenta epidemia di colera decimò la popolazione. Dopo un triduo di preghiera, voluto dal parroco Don G. B. Bellingeri e culminato in una processione con formulazione di voto perpetuo alla Madonna, l’epidemia ebbe fine. Ancora oggi, si ricorda l’evento con la solenne processione del 22 agosto, “Giornata del voto”.
Nel 1859 anche il territorio di Calcababbio fu teatro dei sanguinosi scontri tra austriaci e alleati franco-piemontesi nella storica battaglia di Montebello.Fino a quando passò alla diocesi di Tortona, Calcababbio fu della diocesi di Piacenza.
Le immagini
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